LET IT SNOW! – Fabbrica di stelle

Aldo Maffioletti: Quando si è iniziato a sciare ad Airolo correva l’anno 1904. Anno in cui era stato fondato lo Sci Club Airolo, il primo nel Canton Ticino, ma anche uno dei primi, se non erro il sesto o il settimo, nella Svizzera. All’inizio, l’assemblea aveva approvato un programma di lavoro che era inserito addirittura negli statuti e che prevedeva diversi gradini di attività.

Lo sci era già conosciuto in Svizzera tedesca dove il primo Sci Club fu fondato nel Canton Glarona. La preoccupazione era quella di dare la possibilità a tutti di poter imparare l’arte dello sci senza troppe cadute, pericoli e incidenti. La familiarizzazione con la neve era stata sin dell’inizio una delle preoccupazioni. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta lo Sci Club era strutturato in modo che si sapeva esattamente come bisognava procedere con i giovani. Mi ricordo che ero un capo OG dell’istruzione generale. I bambini venivano al mercoledì pomeriggio o al sabato pomeriggio a dipendenza della disponibilità dei monitori e in quelle occasioni si iniziava una sorta di alfabetizzazione allo sci. Si trovavano bambini e bambine con differenti capacità: chi per tradizione seguiva le orme di famiglia con genitori, zii o nonni che avrebbero potuto insegnare a noi monitori, ma anche bambini che venivano da realtà più lontane. Ti ricordi che erano gli anni dello scavo della galleria autostradale del San Gottardo. Tra gli allievi c’era chi era già contento di fare i primi cinquanta o cento metri e che invece si annoiava perché era già capace. Questi ragazzi, se vedevamo che avevano le premesse, li giravamo a Edy Mottini che è sempre stato un anima e un animatore dello sci di competizione.

Edy Mottini: Io ho iniziato da piccolo a Lüina e ancora adesso lavoro con i piccoli a Lüina.

Quando è stata fatta la prima funivia c’è stato un grande incremento di sciatori. In quegli anni tutti volevano sciare e noi avevamo anche troppi bambini. Venivano quasi tutti da Airolo. Oggi succede esattamente l’opposto, ovvero, che quelli di Airolo sono pochi e quelli che vengono da via sono parecchi. Ad esempio provenienti dalla Svezia, dal Canada e dall’America.

Dopo essere passati alle piste di Pesciüm, i migliori aumentavano la frequenza delle lezioni e oltre che al sabato mattina sciavamo anche alla domenica. In quel momento, piano piano sono iniziati ad arrivare dei ragazzi che sciavano bene. Soprattutto le ragazze e soprattutto una che era Doris De Agostini. Si è visto subito che aveva una marcia in più. Poi c’erano i Gut, i Carpani, e tutti questi ragazzi cercavano di batterla ma non ci riuscivano. Quasi sempre, al termine delle discese aveva qualche mezzo secondo in mendo dei maschi. So che Pauli Gut, quando arrivava in fondo chiedeva sempre il tempo che aveva fatto Doris e generalmente lei era più veloce. Era un ambiente molto competitivo.

D’estate si andava a sciare sempre più in alto. Prima si andava al Passo della Novena, con un pony-lift che si montava e smontava nelle diverse zone. Poi si andava a cercare la neve sempre un po’ più in alto fino ad arrivare alla capanna della Gönnerli. Quella capanna era appena stata rinnovata e lì si sciava una settimana di fila e poi tutti i sabati e le domenica. Si rimaneva su praticamente tutta l’estate. Eravamo circa in 15 o 20 persone e la capanna era un po’ piccola, cosi molte volte, nelle notti di bel tempo, dormivamo addirittura di fuori. A volte invece era brutto e di notte nevicava anche dieci centimetri. Con questi allenamenti si arrivava in autunno che eravamo preparati e la stagione delle competizioni diventava veramente facile per noi.

Aldo Maffioletti: Ripensando alle settimane che si facevano alla Gönnerli… penso che oggi queste cose sarebbero impossibili da fare.

Edy Mottini: No, non si possono più fare perché non c’è più la capanna della Gönnerli che è franata e il ghiacciaio è scomparso.

Aldo Maffioletti: L’anno scorso sono andato apposta a vedere e nonostante fossimo già a metà estate, c’era solo una chiazza di neve sulla quale avresti potuto montare uno sci lift. Ma credo che dopo dieci o quindici giorni non avresti già più potuto sciare. In passato si riusciva a sciare ancora fino ad una settimana prima dell’inizio delle scuole. Questo significa che era già tardo agosto ma l’innevamento era ancora buono. La Gönnerli era circa a quota 2600/2700 msm.

Edy Mottini: Avevamo anche la fortuna che nevicava prima, già ad ottobre o a novembre. Ma comunque a dicembre c’era sempre la neve.

Aldo Maffioletti: Quando eravamo ragazzini di scuola elementare c’era Roberto Pilotti, un nostro compagno di classe, che è poi diventato un bravissimo sciatore. Aveva un carattere un po’ libertario ma mi ricordo che aveva avuto l’idea di organizzare le gare di salto ad Airolo. Airolo nella sua storia ha avuto due trampolini, entrambi però erano ovviamente dei trampolini per professionisti. L’ultimo di questi risaliva al 1934.

Pilotti aveva organizzato in cima al paese la partenza. Poi si passava attraverso la strada dietro la chiesa dove veniva ammucchiata un po’ di neve che fungeva da trampolino. La scalinata appena sotto serviva per atterrare e il marciapiede era la zona di decelerazione. Ogni tanto quando si facevano partire i ragazzi subentrava un intruso sulla strada dietro alla chiesa e allora si doveva bloccare tutto. Ad un certo punto si è capito che si poteva fissare la partenza alla strada dietro la chiesa in modo che nessuno fosse ostacolato. Le prestazioni erano eccezionali e mi ricordo che si arrivava fino a salti di sei, sette metri. Pilotti dirigeva questi salti. Avevamo circa dieci anni.