LET IT SNOW! – Incontri sulla neve

Edy Mottini: Alla sera i ragazzi non andavano a casa, andavano tutti a slittare. Poi la pista diventava bella lucida e si partiva in alto al paese e si cercava di arrivare il più lontano possibile. E quando la pista era proprio bella si arrivava fino in stazione. Poi si tornava alla partenza a piedi con grandi discussioni tra di noi ragazzi e si ripartiva. Oggi invece sulle strade quando nevica la neve sparisce subito a causa del sale.

Aldo Maffioletti: Ormai è un’evoluzione, sulle strade il traffico è diventato prioritario e quando inizia a nevicare si passa con il sale in modo che poi non si formi lo “zoccolo” di neve compatta. A quei tempi c’era il piacere della slitta e poi a febbraio, quando il sole scaldava, c’era il piacere dei fenomeni idrici. Infatti, quando la neve si scioglieva si costruivano dei canali nella zona sotto il Municipio verso la chiesa, poi ogni tanto si faceva un argine così l’acqua veniva bloccata e formava una bella pozzanghera. Poi si rompevano gli argini e l’acqua ripartiva scendendo verso il ristorante.

Tu però non abitavi lì. Abitavi ad Airolo “Sud”, invece io abitavo ad Airolo “Nord”.

Però mi ricordo le maledizioni delle persone che avevano delle difficoltà motorie e che avevano paura della neve ghiacciata, poiché quello che per noi era un divertimento, per loro era una preoccupazione.

Mi ricordo che non c’erano calzature per il mese di febbraio e nel periodo in cui diventavamo tutti dei “tecnici idraulici”, mia madre, ma anche le madri dei vicini, ci facevano indossare gli stivali estivi perché così almeno arrivavamo a casa con i piedi asciutti.

Oggi la strada dopo qualche giorno è già nera e si vede l’asfalto. In futuro si dovrà slittare con qualche applicazione digitale.

Pasquale Genasci: Quando avete iniziato a sciare lo facevate anche nel paese? E scendevate nelle stradine? Oggi non sarebbe più possibile.

Fernanda Bolligher: Si, oggi non sarebbe più possibile nemmeno nella zona di Fiüra. Una volta sciavamo sempre in paese perché potevamo usare le strade anche se i vecchi gettavano a terra un po’ di cenere per non lasciarci passare. Però si poteva andare comunque in tutte le strade.

Sciavamo anche nella zona chiamata “Atelier”. Lì c’era la Gianni Pervangher che era maestra di sci e lei era contenta di darci tutte le spiegazioni e mostrarci come si doveva fare per girare, per lo slalom ed era veramente brava. Non ci si doveva iscrivere. Si andava là e lei lo faceva con passione ed era contenta di mostrarci e insegnare ai bambini cosicché potevano imparare a sciare e divertirsi.

Quando frequentavo la seconda e la terza classe scolastica la maestra Claudina Ramelli, per iniziare ci faceva andare almeno una volta o due ogni inverno fino a Fontana o fino a Nante con gli sci. Anche perché quasi tutti i bambini avevano un paio di sci.

Dopo la scuola maggiore, quando eravamo un po’ più grandi ci facevamo trainare sulla strada con una corda da una macchina. Ma quello lo si poteva fare perché non c’erano molte macchine sulle strade. Si sciava sulla strada anche perché non c’erano delle piste battute. Si andava ad una velocità diversa a dipendenza delle capacità degli sciatori.

Più tardi ci siamo spostati a Lüina dove vennero poi organizzati anche corsi di sci ed era bello perché sia chi sciava bene che chi sciava male poteva partecipare.